GUSTAVO ADOLFO BÉCQUER (1836-1870): 5 poesie. Traduzione di Luigi Fiorentino

Gustavo-Adolfo-Becquer

I – 11

Conosco un inno grandissimo e strano
che nel buio del cuore annunzia un’alba:
queste pagine sono di quell’inno
cadenze che nell’ombra reca il vento.

E scriverlo vorrei, dell’uomo il gretto
e ribelle idioma dominando,
con parole che fossero ad un tempo
colori e note, sospiri e sorrisi.

Ma lottare è vano, e non v’è cifra
capace, o bella, di serrarlo un poco:
tenendo le tue mani nelle mie
potessi sussurrartelo all’orecchio.

X – 46

Gli atomi impercettibile dell’aria
d’improvviso sussultano e fiammeggiano,
il cielo si dissolve in raggi d’oro,
di giubilo la terra intenerisce,
sento fluire in onde d’armonia
suono di baci e trepidare d’ali,
mi si chiudono gli occhi… Che succede?
‒ È l’amore che passa!

XVII – 50

Oggi la terra e i cieli mi sorridono,
oggi il sole mi giunge in fondo al cuore,
l’ho vista oggi, l’ho vista… e mi ha guardato…
Oggi credo in Dio.

XLIV – 10

Come in un libro aperto
leggo nel fondo delle tue pupille.
perché col labbro fingere
risa che si smentiscono con gli occhi?

Piangi. Non vergognarti
di confessare che mi amasti un poco.
Piangi. Nessuno ci guarda.
Lo vedi, piango anch’io, e sono un uomo.

LVIII – 8

Vuoi che di quel nettare soave
non sia amaro il fondo?
Bene, aspiralo, accostalo alle labbra
e poi gettalo via.

Vuoi che di questo amore si conservi
una dolce memoria?
Bene, oggi amiamoci molto, e domani
diciamoci addio.

Traduzione dalla lingua spagnola
a cura di Luigi Fiorentino

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